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federico zucchetti architetto

Progetti



Lo Studio si occupa di numerose tipolgie di intervento, che vanno dall'edilizia residenziale, a quella di tipo pubblico, a quella sanitaria.
A lato alcuni esempi significativi di intervento.
 
 
L’Amministrazione dell’Ospedale di Circolo di Busto Arsizio ha voluto realizzare all’interno del Presidio Ospedaliero di Tradate (VA) un nuovo edificio destinato ad Asilo Nido a servizio dei piccoli figli dei dipendenti dell’ospedale nonché dei bambini e infanti che temporaneamente attendono i loro genitori impegnati in cure ospedaliere (day-hopsital, ecc.). Il luogo che l’Amministrazione ha scelto è particolarmente consono a questo tipo di funzione. Esso rappresenta un angolo del recinto ospedaliero oramai storicizzato sia da un punto di vista naturalistico che per gli edifici che lo circondano, quindi con una connotazione “blandamente ospedaliera”. Il sito faceva parte del parco della Villa Galmarini e vi insistono numerose essenze arboree ormai secolari (Cedrus Deodara, Magnolia Grandiflora) e delle zone a prato, anche se ormai mancano i riferimenti principali che lo legano alla Villa Galmarini, con un utilizzo poco definito anche visivamente.
Il progetto ha tenuto conto in maniera puntuale dell’intorno e delle preesistenze con la convinzione che il nuovo edificio è diventato un elemento ordinatore a dare assetto compiuto e definito a questo angolo di ospedale.
Si è voluto perciò dare un’immagine che possa restare facilmente nella memoria e che dia, sia agli adulti che ai piccoli utenti attraverso un attento uso dei cromatismi, magari vivaci ma non sfacciati, la sensazione di un ambiente sereno e giovane.

Troviamo quindi un corpo principale dalle forme primarie, che da sempre sono l’immagine rassicurante della casa e che sembri nella sua linearità e semplicità disegnato da un bambino. Da questo volume si generano una serie di corpi formalmente complementari che dialogano e si dividono tra di loro con ampie superfici vetrate.La forma planimetrica triangolare indica con chiarezza la volontà di protendersi verso l’esterno; la superficie pavimentata della zona terrazzata è un vero e proprio soggiorno esterno che fa da mediazione tra l’interno e il verde circostante; inoltre, considerato il suo orientamento, la luce calda da sud illumina l’ampio spazio del soggiorno.
L’uso attento dei materiali sottolinea le qualità intrinseche e consente alla natura organica di questa architettura di essere chiaramente espressa.

 



Il Presidio Ospedaliero di Cecina è collocato in un’area a forte vocazione turistica e durante la stagione estiva il carico di utenti è particolarmente gravoso. In tali circostanze l’unità funzionale manifestava alcune criticità in termini di qualità del servizio offerto, con particolare riferimento all’accoglienza, alla necessità di spazi per la breve osservazione ed al superamento del blocco in uscita.
L'Amministrazione sanitaria necessitava quindi di ampliare gli spazi per il servizio ed in particolare la zona della camera calda sottodimensionata per il carico estivo degli utenti.
Il progetto è stato improntato a rendere la struttura del nuovo P.S. più funzionale possibile. La scelta spaziale-organizzativa è stata fatta sulla tipologia di assistenza al paziente, il quale deve sentirsi subito accudito e preso in carico: si è evidenziato e valorizzato il triage che soprintende allo smistamento e alla codificazione degli utenti; sono stati previsti percorsi separati e diretti dei codici più importanti e urgenti rispetto ai codici bianchi; si è data la possibilità di smaltire i pazienti dalla più importante sala di emergenza alle numerose sale visita, all'ambulatorio “See & Treat” e infine alla sala di Breve Osservazione.
E' stato realizzato un ampliamento nella corte interna mediante una struttura in c.a. indipendente rispetto a quella esistente in acciaio ed uno a ridosso della scala circolare, nello spirito di non alterare la configurazione strutturale esistente.
Sono stati completamente rivisti gli impianti meccanici ed elettrici, sfruttando le UTA esistenti per il solo rinnovo dell'aria primaria e realizzando la climatizzazione mediante un impianto VRV a pompa di calore.

 
Il padiglione "C" riguarda la porzione storica dell’ospedale, caratterizzata da una conformazione delle degenze cosiddetta “a camerata”, con due blocchi di servizi igienici comuni e l’assenza di impianti di condizionamento e di ricambio dell’aria. Il tema progettuale è stato motivo di riflessione per la programmazione anche degli interventi futuri di adeguamento degli altri piani e degli altri padiglioni, da realizzarsi con interventi di tipo “orizzontale” corrispondenti all’intero piano. Si è optato per la realizzazione di un volume di ampliamento all’interno del quale collocare lo spazio tecnico per le UTA e per la formazione di un cavedio verticale di collegamento dei vari piani. Il nuovo volume è stato naturalmente collocato a ridosso della porzione di fabbricato che collega i corpi scala centrali con le degenze, mantenendo l’allineamento della facciata principale e garantendo l’accesso alla zona impiantistica dall’esterno del reparto. Per consentire la più veloce realizzazione del nuovo corpo di fabbrica si è optato per tecnologie di tipo prefabbricato, adottando una struttura portante in acciaio successivamente tamponata con tecnologie costruttive a secco. La parete perimetrale esterna è di tipo ventilato, rivestita con lastre di cotto al fine di ottenere una sintonia con l’esistente ma al tempo stesso denunciante in maniera chiara il nuovo inserimento.
Relativamente alla ristrutturazione del piano secondo, si è intervenuti salvaguardando le strutture murarie portanti e svuotando l’intero piano, realizzando un pavimento sopraelevato per la gestione funzionale della parte impiantistica elettrica e di scarico, il cui dislivello è stato compensato mediante una rampa all’ingresso del reparto. La fitta partitura dei vani finestra ha consentito la realizzazione di camere di degenza a 2 pl ciascuna dotata di servizio igienico dedicato. Anche in questo caso è stata utilizzata la tecnologia della prefabbricazione, con partizioni interne con struttura in alluminio e pannellature cieche modulari.


 
Il Teatro Sociale di Montichiari proviene dalla “demolizione-smontaggio” del Teatro Arnoldi di Mantova, ad opera del banchiere monteclarense Gaetano Bonoris che lo offrì all'Amministrazione Comunale di Montichiari nel 1890 in cambio dell'antica rocca comunale. La locale Comunità possedeva già dal 1774 un piccolo teatro, in luogo del quale sorse la nuova struttura proveniente da Mantova che per necessità tecniche fu adattata e modificata per consentire la nuova collocazione. L'edificio subì nel corso degli anni altri interventi di pesante trasformazione e per circa un ventennio fu abbandonato.
Il teatro ha un'impostazione di tipo classica all'italiana, con due file di palchi a ferro di cavallo ed il piano galleria, con strutture interne di tipo ligneo che prima dell'inizio delle opere si presentavano in notevole stato di degrado.
L'intervento di restauro ha riguardato la messa a norma strutturale, impiantistica e di sicurezza. Si è intervenuti mediante il rinforzo strutturale delle colonne dei palchi, il consolidamento dei solai lignei, il rifacimento della copertura e del graticcio, l'integrale rifacimento della dotazione impiantistica (elettrica, meccanica per il ricambio dell'aria, antincendio). Si sono restaurate le superfici decorate dei palchi ed il velario.
Dal punto di vista del layout distributivo, si è intervenuti con la realizzazione di nuove scale esterne quali adeguate vie di fuga dalle corsie e dal piano della galleria e nei cui spazi sottostanti si sono ricavati i servizi igienici per il pubblico. I nuovi corpi scala, seppur addossati al corpo principale del fabbricato, ne hanno mantenuto la lettura architettonica. Si sono inoltre riorganizzati i camerini ed è stata allestita la sala prove ed il bar. Il restauro è stato completato con tutti gli arredi su disegno originale del progettista. 

La sede Municipale di Leno è stata oggetto di un esteso intervento di restauro ed ampliamento, iniziato a metà degli anni ’90 con il primo lotto riguardante la porzione est del complesso e la realizzazione della nuova sala consiliare, nel 2003 il II lotto ha riguardato la porzione ovest e nel 2009 si è completata l'opera intervenendo sulla ex sala cinematografica.
Nell’intervento del I stralcio nell’ala sud del fabbricato, il piano platea era stato utilizzato per la sistemazione provvisoria di alcune funzioni amministrative durante l’esecuzione dei lavori e si è intervenuti inoltre sulla copertura e sulle facciate esterne, al fine di completare i lavori riguardanti l’involucro esterno. Fu inoltre realizzata la scala d’accesso al piano galleria ed i locali per i servizi igienici a piano terra ed a piano primo. Furono adeguati anche gli impianti ed in particolare quello meccanico di riscaldamento e raffrescamento, realizzato a tutta aria mediante canalizzazioni di mandata poste sotto la pavimentazione a piano terra e bocchette a parete, provenienti dall’unità di trattamento aria posta nel sottotetto.
La soluzione progettuale ha fornito una vocazione teatrale ad una sala esplicitamente cinematografica, attraverso la realizzazione di nuovi palchi perimetrali come nelle vecchie sale teatrali. In virtù dell’altezza a disposizione, si è individuato un ordine di palco come prolungamento della galleria a dare un abbraccio/continuità al palcoscenico, e quindi un legame tra la scena e il pubblico, rendendo anche la sala più organica dal punto di vista acustico. La realizzazione dei palchi è stato un segno deciso, importante, finalizzato a ricreare l’assetto del passato e nello stesso come tramite tra la parte al pubblico e la zona degli attori.
Per quanto riguarda la platea, si è proposta una impostazione classica, mediante distribuzione dei posti a sedere su due blocchi di poltrone disposte a file sfalsate collocate su un piano degradante verso il palcoscenico, posto sul fondo della sala. La porzione di platea sotto alla galleria è stata delimita da una partizione verticale a costituire una sorta di prolungamento dello spazio foyer, di attesa all’ingresso in sala.
Per quanto riguarda le finiture, le scelte sono state operate avendo come criteri la durabilità dei materiali in rapporto all’uso e le loro proprietà acustiche, al fine di limitare gli effetti della riverberazione e più in generale della distorsione del suono: pavimentazioni in parquet e rivestimento delle pareti con speciali pannelli in MDF con finitura superficiale in melaminico, lavorati mediante fresatura sulla parte a vista e con foratura sulla parte posteriore, opportunamente ancorati ed i grado di “catturare” le onde sonore e di dissiparle al loro interno.
Su proposta del Progettista, l'opera è stata realizzata, tra i primi casi in Italia, con la formula del leasing mobiliare (senza impegno della proprietà comunale), con indubbi vantaggi in termini di tempi, costi e qualità finale del prodotto e riscontrando il grande apprezzamento dell'Amministrazione Comunale.


 
La Villa Mutti Bernardelli è un importante edificio storico nel centro di Gardone V.T. appartenuto ad una delle più antiche famiglie di produttori armieri. E' un vasto complesso con ambienti che spaziano dal XV al XVIII secolo, composto da un corpo centrale a tre piani fuori terra e da un corpo laterale minore a due piani fuori terra che delimitano una corte interna ed il parco ad est. 
Stante la particolare importanza del fabbricato e la sua collocazione centrale nel tessuto urbano gardonese, l'amministrazione comunale ha ritenuto opportuno acquisire l'immobile per collocarvi le principali funzioni culturali quali la Biblioteca, il Museo delle Armi e l'Archivio Storico della Caccia.
A seguito degli interventi di consolidamento statico e di inserimento del nuovo vano scale eseguiti con i lavori della Biblioteca (piano terra e primo), l'amministrazione comunale ha completato l'iter di recupero del bene immobile destinando questi spazi alla costituzione del Museo delle Armi e della Tradizione Armiera.
L'area espositiva è stata concepita mediante la realizzazione di tradizionali vetrine a basamento, di vetrine addossate alle pareti perimetrali e vetrate a tutta altezza che delimitano ampi spazi nei quali è possibile collocare armature, uniformi, etc.
L'impostazione impiantistica è stata improntata alla massima semplicità e con lo spirito di salvaguardare a massimo le murature.
 

 
 
Sono stati seguti diversi interventi di  recupero e restauro rigurdanti porzioni distinte del Complesso.
 
 
 


Il centro Sportivo Sanfilippo è posto nella zona ovest della città e costituisce polo di eccellenza per lo svolgimento di tutte le attività sportive e non solo, grazie alla presenza di un importante palazzetto polifunzionale.
L’immobile oggetto di ampliamento è inserito all’interno dell’area sportiva del centro, una palazzina con interrato e due piani fuori terra che ospita la casa del custode, sede U.S. Voluntas, il centro tennis ed al piano interrato gli spogliatoi del calcio.
Questi ultimi si presentavano in cattive condizioni igieniche a causa dei ridotti ricambi d’aria e la forte presenza dell’umidità, oltre ad essere sottodimensionati rispetto alle moderne esigenze di utilizzo che vedono per le squadre calcistiche la presenza di un numero sempre maggiore di utenti, soprattutto per quelle appartenenti alle categorie superiori.
Si è provveduto ad un adeguamento igienico e funzionale dei suddetti locali al fine di rispondere sempre al meglio alle esigenze dell’utenza, mediante la modifica della distribuzione interna, l’ampliamento dell’interrato e la realizzazione di un corpo di fabbrica esterno su due livelli.